La Fecondazione in vitro o Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) nasce nel 1978 in Gran Bretagna e dopo oltre 40 anni di esistenza sono stati fatti moltissimi passi avanti, anche in Italia.

 

Qualche dato ad oggi

In Italia ci sono oltre 200 centri di PMA di II livello :

–       72 registrano dai 201 ai 500 cicli annui di procedure di II livello

–       32 ne registrano oltre 500

–       Gli  altri 100 centri sono più piccoli e registrano un numero di cicli annui nettamente inferiore.

Cos’è l’industrializzazione?

Negli ultimi anni in in Italia e nel mondo si è verificato, però, un fenomeno particolare nel panorama di alcuni centri più grandi di PMA cioè il loro acquisto da parte di gruppi finanziari multinazionali che sono spesso Fondi di investimento speculativi il cui obiettivo è ovviamente il profitto.

Ciò ha probabilmente accentuato certe modalità di funzionamento volte a massimizzare i profitti intervenendo anche su una  maggiore standardizzazione dei protocolli diagnostico-terapeutici per limitare il costo di ogni singola procedura.

Come influisce sulle coppie?

Spesso i pazienti si lamentano dei centri in cui sembrano essere parte di una “catena di montaggio”, raccontano di essere stati ricevuti da alcuni ginecologi ma poi di essere seguiti da altri continuamente diversi nelle fasi successive dei monitoraggi e delle terapie.

Molti pazienti lamentano il fatto che nelle grandi cliniche non si indaga abbastanza  sui fallimenti pregressi e, quindi, si seguono protocolli standardizzati più o meno uguali per tutti. Ciò emerge  quando le coppie si confrontano con le altre senza approfondire le diversità che potrebbero indirizzare verso la soluzione di problemi forse alla  base degli insuccessi patiti.

La massificazione delle terapie scoraggia moltissimo i pazienti e non li fa sentire parte di un team che lavora  costruito per loro, dove i  medici sono spesso oberati di lavoro e non riescono a seguire i pazienti come individui uno diverso dall’altro né ad empatizzare con loro.

I pazienti raccontano, cioè, che manca spesso una personalizzazione vera del percorso terapeutico.

Effettivamente la personalizzazione è molto costosa per le strutture mediche perché uscire continuamente da schemi predefiniti per la massa delle coppie implica un forte investimento in tempo e materiali da parte delle strutture stesse. Ciò, pertanto, può confliggere con la filosofia dell’industrializzazione e, soprattutto, mira a migliorare i risultati e far sentire le coppie a loro agio.

Biofertility e la personalizzazione

Biofertility si piazza fra i centri italiani che sfiorano i 200 cicli annui e che vuole fare della personalizzazione delle cure la prerogativa principale della sua realtà.

A Biofertility si procede così. 

Durante la prima visita viene effettuata un’accurata anamnesi generale della coppia e poi quella particolare cercando  di comprendere bene tutte le problematiche di ogni genere che colpiscono entrambi i membri della coppia.

Analisi donna

Si studiano e si curano se presenti condizioni come PCOS , ridotta riserva ovarica, endometriosi, scompenso insulino resistenza e patologie tiroidee.

Si indaga su eventuali patologie genetiche e sugli interventi chirurgici che sono stati effettuati nel passato  procedendo con l’indagine ginecologica volta a valutare la morfologia ovarica e uterina .

Si passa poi al controllo degli esami ormonali ed in particolare quelli relativi alla riserva ovarica dalla quale dipende il tipo di protocollo da usare.

Si indaga molto sugli eventuali precedenti tentativi di PMA effettuati alla ricerca dei motivi di insuccesso e attraverso un’ecografia transvaginale si esegue la conta dei follicoli antrali (possibilmente ai primi giorni del ciclo).

Analisi uomo

Si effettuano indagini andrologiche approfondite tramite spermiogramma e se necessario con altre indagini specifiche compresa la consulenza andrologica o urologica perché l’uomo non deve essere trascurato.


Diagnosi e terapie

Una volta raccolti tutti questi dati si formula una diagnosi di infertilità o si ipotizzano le cause di insuccessi pregressi e sulla base di questo si cominciano a prescrivere ulteriori indagini, integratori o farmaci che intanto possano migliorare  la riserva ovarica e la qualità ovocitaria nonché le condizioni dello spermiogramma . Per ognuno c’è in genere  una terapia diversa.

Colloquio con il prof Manna

A seguire i pazienti fin dal primo incontro è sempre proprio il direttore del centro.

Il colloquio  preliminare dura non meno di 90 minuti per tante ragioni.
Il professor Claudio Manna, Infatti, si sofferma a parlare con i pazienti per comprendere, oltre agli aspetti clinici, anche quelli emozionali e le situazioni psicologiche abbiano accompagnato l’animo dei suoi pazienti negli anni, segue personalmente tutte le fasi delle terapie personalizzandole al 100% e non seguendo un protocollo uguale per tutti. Infine esegue personalmente pick-up e transfer nel corso della PMA.

Questo è l’unico modo efficace per poter seguire al meglio i pazienti, personalizzando completamente i trattamenti anche nelle fasi di laboratorio .

Essere sempre presenti, non abbandonare mai i pazienti nel loro spesso lungo e faticoso iter facilitandoli anche negli aspetti logistici e burocratici è prerogativa essenziale di Biofertility.

Personalizzazione come valore condiviso

Il Prof. Manna è coadiuvato strettamente dalla sua equipe che condivide con lui nei minimi dettagli questa filosofia di vita e professionale.

Tutti seguono all’unisono  le terapie passo passo cercando di non lasciar soli i pazienti nel loro travaglio emotivo e psicologico, facendo in modo che si sentano sempre unici e mai un numero.


protocolli di Biofertility sono infatti altamente personalizzati sulla base dei bisogni della persona/coppia e non sono mai uguali per tutti.
La totale personalizzazione, infatti, è diventata negli anni la prerogativa principale e distintiva di Biofertility: l’equipe infatti lavora 7 giorni su 7 , perché siamo noi a seguire la risposta di ognuno alle terapie e non viceversa come ad esempio per l’andamento del Progesterone che non deve superare certi livelli nel corso della stimolazione. I pazienti, pertanto, non si devono sentire parte di un ingranaggio uguale per tutti ma coccolati e considerati speciali.  Ad esempio i protocolli di stimolazione ovarica sono in genere uno diverso dall’altro ( basta chiedere a chi sta facendo il percorso nello stesso periodo di tempo a Biofertility per rendersene conto).

Biofertility, infine,   non lascia nulla di intentato specie nei casi più difficili.

Insomma non industrializzazione ma personalizzazione è  il motto o se vogliamo la sfida quotidiana di Biofertility.