FECONDAZIONE ASSISTITA E PERSONALIZZAZIONE : UN BINOMIO

IMBATTIBILE NEI CENTRI DI QUALITA’ PER OTTENERE I MIGLIORI RISULTATI

Chiariamo le cose e arriviamo alle conseguenze dalle ricerche più recenti

LA PERSONALIZZAZIONE

Le terapie fatte “su misura”, cioè personalizzate, sono le migliori garanzie di efficacia in

qualsiasi ambito medico, come è facilmente intuibile. Pertanto nell’infertilità e nella

Fecondazione Assistita questa regola non può fare eccezione ma va compresa nelle sue

specificità.

Nella Fecondazione Assistita il risultato finale , ossia la gravidanza ed il parto a termine

con nascita di bambini sani, dipendono da un gran numero di fattori. Anzitutto si devono

valutare tutti gli aspetti ed i problemi delle coppie prima di iniziare il trattamento vero e

proprio perché, ovviamente, ognuna di esse è diversa dall’altra. Ma, soprattutto, è una

persona

RISERVA OVARICA

Nella donna è fondamentale la valutazione della riserva ovarica perché da questa

dipende la preparazione, lascelta del protocollo di stimolazione e la prognosi. E’

necessario farla principalmente attraverso:

1) l’Ormone antimulleriano (AMH) in laboratori che utilizzano le metodiche più

aggiornate (perché altrimenti il risultato potrebbe non essere attendibile)

2) la Conta ecografica dei follicoli antrali

Ciò serve sia per prevenire l’iperstimolazione, sia la scarsa risposta alla stimolazione e

una bassa qualità ovocitaria.

ALTRE VALUTAZIONI

La valutazione dell’utero (possibili malformazioni o fibromi) e in particolare dell’endometrio

(polipi o infiammazioni ) dove l’embrione dovrebbe attecchire è altrettanto importante per

prevenire alcuni tipi di mancato impianto o l’aborto.

Anche altri approfondimenti possono essere decisivi come quelli sulla Tiroide o la

Sindrome dell’Ovaio policistico e l’insulinoresistenza spesso implicati nell’insorgenza di

aborti e di una scarsa qualità ovocitaria: questi problemi esigono trattamenti preventivi.

STIMOLAZIONE OVARICA E MONITORAGGIO

Nella stimolazione ovarica l’obiettivo è quello di ottenere un numero abbastanza elevato di

ovociti e, soprattutto, della loro massima qualità possibile.

Per questo dopo aver inquadrato al meglio la riserva ovarica e la situazione endocrina

della donna è necessario scegliere il protocollo più adatto ed eseguire un monitoraggio

estremamente personalizzato.

Pertanto, oltre al monitoraggio ecografico sufficientemente frequente ( almeno 3 o 4 volte )

quello ormonale ci indicherà la dose e il tipo di gonadotropine da utilizzare giorno per

giorno ( in particolare mediante la misura dell’estradiolo) . Infatti, ad esempio possono

intervenire elevazioni anomale del Progesterone che rendono l’endometrio poco recettivo

agli embrioni dopo il transfer, come è dimostrato da tempo e confermato in una recente

casistica su oltre 10000 cicli ( Huang e coll, 2015) Fig.1.

Solo identificando questo inconveniente si può tentare di prevenirlo ed evitare una

precisa causa di fallimento del tentativo di Fecondazione assistita.

Fig.1 Percentuali di gravidanza in relazione ai valori di Progesterone il giorno dell’HCG. Più sale il

Progesterone durante la stimolazione meno gravidanze si instaurano, specialmente oltre certi valori

Il monitoraggio comunque diventa critico verso la fine della stimolazione dove i diametri

dei vari follicoli, lo spessore dell’endometrio e l’andamento di tutti gli ormoni faranno

decidere il momento più adatto per terminare questa fase con la somministrazione della

Gonadotropina corionica.

Il massimo numero di ovociti, la loro maturità e qualità ottimali, la migliore recettività

endometriale richiedono, pertanto, un impegno anche giornaliero dell’equipe sia per il

monitoraggio che per il giorno del prelievo ovocitario.

Infatti ogni paziente può avere una durata diversa di stimolazione. Pertanto un

monitoraggio o un pick up il giorno festivo non può scoraggiare l’equipe che fa della

personalizzazione il suo punto di forza.

IL PARTNER MASCHILE

Nell’uomo non vanno sottovalutati condizioni di oligoastenoteratospermia. Il fatto di poter

eseguire la ICSI utilizzando anche pochissimi spermatozoi, non esime dal migliorare al

massimo il liquido seminale. Infatti, anche se uno spermatozoo sembra morfologicamente

normale esso non mostra il suo contenuto in DNA. Migliorare con le terapie personalizzate

il liquido seminale aumenta, infatti, la probabilità che il biologo prenda spermatozoi migliori

per inseminare gli ovociti .

Fondamentale nella visita di coppia è considerare con estrema attenzione tutti i

dettagli di altri tentativi di Fecondazione assistita. In questo modo si fa tesoro delle

esperienze precedenti cercando di capire cosa non è andato e cosa fare di utile

prima di ritentare.

ASPETTI PSICOLOGICI

Non si devono trascurare gli aspetti emozionali e psicologici dell’infertilità perché anche

questi rientrano a pieno titolo nella personalizzazione e nella riuscita del tentativo.

Condizioni di stress opportunamente trattate migliorano i risultati della Fecondazione

assistita come dimostra la vastissima review di Fredriksen sul British Medical Journal

Open (2015) .

La presenza dello psicologo ben integrato nell’equipe medica può essere, infatti, di grande

utilità anche per infondere fiducia e serenità in coppie spesso molto provate in questo

percorso.

IL LABORATORIO : LE BLASTOCISTI

Nella fase biologica della procedura di Fecondazione assistita è necessario riconoscere

che alcune tecniche, come le colture prolungate degli embrioni a Blastocisti, presentano

dei limiti. Tra questi la ridotta percentuale di embrioni che arriva a questo stadio specie in

donne di età meno giovane ( che sono sempre più frequenti nei centri di PMA).

Infatti chi non arriva a fare il transfer proprio per il mancato sviluppo degli embrioni a

questo stadio può superare il 50% (Ubaldi e coll.).

Naturalmente nessuno può dire se quegli embrioni che non sono arrivati a blastocisti

nell’incubatore metabolico artificiale vi sarebbero arrivati nell’utero ( incubatore naturale ).

Questo potrebbe essere vero specialmente quando gli embrioni appartengono a donne

meno giovani e che producono, come è logico, embrioni più fragili e meno resistenti allo

stress.

IL LABORATORIO : SCREENING PREIMPIANTO

Altra tecnica spesso considerata utile a ridurre i tempi per arrivare ad una gravidanza

evolutiva fino al parto è lo Screening preimpianto o PGS (Fig. 2).

Fig. 2 Le fasi della Diagnosi Genetica Preimpianto (PGS). Gli embrioni si fanno arrivare allo

stadio di Blastocisti, si prendono alcune cellule dello strato esterno degli embrioni

(trofoectoderma). Si congelano gli embrioni nell’attesa dei risultati sulle cellule prelevate.

Successivamente si scongelano gli embrioni ritenuti “sani” e solo questi si trasferiscono nell’utero

Mediante questa tecnica si cerca di identificare in quali blastocisti ci sono le aneuploidie

cromosomiche ossia anomalie nel numero dei cromosomi. Queste anomalie sarebbero,

secondo molti, la causa principale di fallimento dell’impianto embrionale o dell’aborto.

Purtroppo anche non trasferendo le Blastocisti aneuploidi i parti alla fine sono pochi. Sono

stati solo il 10,8% dei cicli di PMA in oltre 500 cicli in donne con età media di 39 anni (

Ubaldi e coll, 2015).

In lavori scientifici più recenti e con pazienti di età più giovane la percentuale di parti fu

del 34% ma anche in questo caso la maggior parte delle coppie (66%) non ottenne la

gravidanza ( Rubio e coll, 2017) .

Inoltre si è visto che le analisi sugli embrioni per scoprire se sono portatori di aneuploidie

possono essere imprecise. Infatti le poche cellule che si prelevano dalle blastocisti per la

diagnosi spesso non sono tutte anomale: questo fenomeno si chiama Mosaicismo (Fig. 3).

Secondo numerose ricerche il mosaicismo può riguardare fino al 90% degli embrioni come

riporta Santiago Munnè della Reprogenetics di Boston e Dagan Wells della Oxford

University (2017).

Fig.3 Il fenomeno del mosaicismo negli embrioni ( in rosso alcune cellule anomale o “aneuploidi”). Durante la

divisione delle prime cellule dopo la fecondazione alcune di esse per caso possono diventare anomale nel numero dei

loro cromosomi ( aneuploidi ). Questo non è visibile quando si osservano gli embrioni al microscopio ( sequenza di

immagini in basso). Quindi si formano embrioni costituiti da cellule normali e cellule anomale.

Da tempo, inoltre, si è scoperto che gli embrioni stessi possono autocorreggersi da

queste anomalie (Shiri Barbash-Hazan e coll, 2009) Fig. 4.

Fig. 4 “Embrioni aneuploidi realizzano un autocorrezione correlata al loro potenziale sviluppo”. Questo lavoro

scientifico è tra i primi ad aver scoperto tale importante fenomeno che potrebbe spiegare molte cose

Questo fatto è talmente vero che molti centri oggi trasferiscono anche gli embrioni a

mosaico cioè in parte anomali e questi danno luogo a bambini perfettamente normali (

Greco et al., 2015) Fig. 5.

Fig. 5 “Bambini sani dopo il transfer intrauterino di blastocisti aneuploidi”. La prima conseguenza

dell’autocorrezione degli embrioni anomali è la possibilità che da questi nascano bambini sani.

A questo punto ci si può chiedere se la PGS sia una tecnica davvero utile.

In Inghilterra l’ente HFEA pone da tempo la PGS come una tecnica ancora in fase di

valutazione circa la sua reale utilità.

HFEA è l’ente governativo britannico più accreditato per la vigilanza e l’informazione dei

pazienti sulle tecniche di fecondazione assistita e probabilmente il più prestigioso al

mondo.

Una revisione recente sul mosaicismo degli embrioni fatta da Lee e Kiessling del

Massachusetts General Hospital di Boston (2017), dimostra come la presenza di cellule

aneuploidi negli embrioni sia la norma.

Anzi, loro si domandano se le colture in vitro possano far aumentare la frequenza di

anomalie cromosomiche. Ciò fa riflettere sull’utilità di prolungare le colture fino a

Blastocisti.

Inoltre ci sono studi che riportano possibili danni epigenetici agli embrioni che vengono

coltivati in vitro fino a questo stadio con possibili problemi nel corso della gravidanza

(Maheshwari e coll, 2016)

OVODONAZIONE

L’Ovodonazione da parte di donne molto giovani a donne infertili è una tecnica sempre

più utilizzata.

Essa è nata principalmente per consentire alle donne in menopausa precoce e in

premenopausa di avere un figlio. Le indicazioni a questa tecnica si sono poi estese ma

attualmente non ci sono in proposito linee guida riconosciute a livello nazionale o

internazionale.

Molte ovodonazioni vengono eseguite dopo fallimenti con la Fecondazione assistita

omologa specialmente quando la riserva ovarica è bassa o la qualità degli embrioni non

appare soddisfacente.

Tuttavia, anche nei più recenti lavori scientifici riguardanti i fallimenti ripetuti della

Fecondazione assistita l’ovodonazione non compare come opzione terapeutica (Shufaro

e coll,2011; Simon e Laufer, 2012).

Nell’ovodonazione i risultati sono interessanti perché possono superare il 50% in termini

di gravidanze cliniche, anche se i dati provenienti dal Registro italiano dei centri di PMA

relativi ai cicli effettuati nel 2015 riportano percentuali del 28,5%.

Certamente, ogni donna infertile vorrebbe usare i propri ovociti. Pertanto, nei casi più

difficili e per non ricorrere all’ovodonazione il centro di Fecondazione assistita deve

assicurare : un grado assai elevato di personalizzazione , una notevole capacità di

ascolto della coppia e la gestione di un eventuale fallimento. Questi intensi sforzi non

sono, invece, richiesti nel caso dell’ovodonazione che è tecnicamente assai più semplice.

RISULTATI DELLA FECONDAZIONE ASSISTITA

Che dire, infine, dei risultati della Fecondazione assistita in termini di gravidanze?

In Italia essi vengono inviati annualmente da ogni centro all’istituto Superiore di Sanità e

pubblicati in maniera cumulativa. Questo dato medio nel 2015 è stato del 18,2 % in termini

di gravidanze cliniche ( presenza di attività cardiaca embrionale / per ciclo iniziato di

fecondazione assistita ).

In Inghilterra l’HFEA invia direttamente alla coppia che ne fa richiesta i risultati di quel

centro che la coppia stessa avrebbe pensato di consultare.

Negli Stati Uniti, invece, vengono pubblicati le percentuali di gravidanze singole con

parto a termine di bambini normopeso/ ciclo di ICSI o FIVET di ogni centro di

Fecondazione assistita. Si tratta di un modo molto molto “stretto” cioè restrittivo di valutare

i risultati. In Italia, invece, vengono considerate le gravidanze iniziali cliniche/ciclo di ICSI

o FIVET iniziato.

Dall’esame di questi centri è evidente che ci sono notevoli differenze tra loro nelle

percentuali di parti.

Basta guardare nella Fig. 6 i risultati per gruppi di età delle donne che appaiono assai

variabili. E’ pure evidente che non c’è relazione con il numero di cicli annui effettuati da

ogni centro.

Pertanto è logico aspettarsi anche in Italia differenze notevoli nei risultati dei centri .

Fig. 6 Risultati di alcuni centri americani di Fecondazione assistita riportati per gruppi di età : percentuali di

gravidanze con parti singoli di bambini con peso normale/ ciclo di ICSI o FIVET. Sono risultati molto più

restrittivi rispetto a quelli italiani perché nei dati del nostro ISS vengono riportate le gravidanze iniziali (dette

cliniche perché si vede l’attività cardiaca dell’embrione). In questi risultati non vengono considerati gli aborti i quali

riducono i risultati finali. Inoltre gli americani escludono dalle loro statistiche anche le gravidanze gemellari e

quelle in cui nascono bambini prematuri o al di sotto del peso normale.

E’ molto probabile che parte di queste differenze siano legate al grado di accuratezza e

personalizzazione che i centri impiegano nel loro lavoro.

Appare pertanto logico che quando si cerca un centro di Fecondazione assistita sia

consigliabile informarsi sul grado di personalizzazione che ogni centro pratica.

D’altra parte alcuni elementi di personalizzazione possono essere dedotti dalle modalità

di organizzazione del centro stesso.

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